Gestione dell'incontinenza e trattamenti correlati
L’incontinenza urinaria e fecale rappresenta una delle condizioni più comuni in ambito geriatrico e assistenziale. Per gestire efficacemente questo problema è necessario adottare un approccio multidisciplinare ricorrendo all’aiuto di specialisti del settore.
Un disturbo diffuso ma ancora sottostimato
Sebbene l’incidenza dell’incontinenza urinaria e fecale sia molto alta, i dati non sono sempre accurati poiché il disturbo viene in molte occasioni sottodiagnosticato a causa di stigma sociale e conseguente scarsa comunicazione tra il paziente e il personale sanitario.
L’incontinenza colpisce prevalentemente la fascia di popolazione più anziana, ma può verificarsi anche in persone più giovani a causa di altri fattori (ad esempio nelle donne in seguito al parto).
Gli ultimi dati in Italia parlano di oltre 5 milioni di persone affette da incontinenza urinaria, con una prevalenza decisamente femminile. Nelle donne adulte si tratta infatti di circa il 20-30% della popolazione, e se in gravidanza la percentuale può salire tra il 32-64%, mentre negli uomini si attesta attorno al 2-11%. Per quanto riguarda invece la popolazione anziana (entrambi i sessi in questo caso), il dato supera anche il 70%.
Nel nostro Paese, il Servizio Sanitario Nazionale copre circa la metà dei costi diretti legati all’incontinenza urinaria, aiutando nella fornitura di ausili contenitivi, farmaci e dispositivi chirurgici.
Approcci terapeutici e riabilitativi
Esistono varie tipologie di incontinenza urinaria, ad esempio da sforzo, da urgenza, mista, funzionale e ciascun tipo si accompagna dal grado di severità. Queste suddivisioni aiutano il personale sanitario e la famiglia a capire come gestire il disturbo. Le strategie più comuni da applicare sono:
- Riabilitazione del pavimento pelvico
Svolgimento di esercizi mirati (come il metodo Kegel, l’elettrostimolazione o il biofeedback) a migliorare il tono muscolare e il controllo sfinterico.
- Terapia farmacologica
Esclusivamente sotto stretta prescrizione medica, vengono utilizzati gli antimuscarinici e beta-3 antagonisti. - Chirurgie o approcci mini-invasivi
Alcune soluzioni plausibili sono gli sling uretrali, i bulking agents o l’utilizzo di sfinteri artificiali.
- Riabilitazione funzionale fisioterapica
Adatta per i pazienti con deficit neurologici o in periodi post-operatori.
Ausili e dispositivi per la gestione quotidiana
Laddove il trattamento clinico non è sufficiente per gestire a pieno l’incontinenza entra in gioco l’impiego di ausili medicali certificati, perfetti per gestire a livello domiciliare il paziente.
Pannoloni e pants assorbenti: esistono modelli differenziati per taglia, grado di autonomia del soggetto (se allettato o meno), grado di assorbenza e uso diurno / notturno.
Traverse monouso o riutilizzabili: fondamentali per la protezione di superfici come letti, carrozzine, mezzi di trasporto. Sono necessarie per ridurre il rischio di contaminazione.
Cateteri vescicali e sacche di raccolta: dispositivi clinici, in alcuni casi sono l’unica soluzione per sopperire al disturbo. Richiedono una particolare attenzione nelle procedure di asepsi per prevenire infezioni urinarie.
Prodotti per la detersione e per la protezione cutanea: esistono numerosi detergenti a pH fisiologico, schiume senza risciacquo e creme barriera a base di ossido di zinco o dimeticone, fondamentali per proteggere la pelle e prevenire la comparsa di dermatiti da incontinenza (IAD).
Tecnologie innovative: negli ultimi anni sono stati sviluppati anche dei sistemi di monitoraggio con sensori di umidità in grado di rilevare tempestivamente episodi di perdita e comunicarlo rapidamente a caregiver e infermieri.
Il ruolo centrale di caregiver e operatori
Uno degli aspetti fondamentali nella gestione dell’incontinenza è l’attenzione alla sfera psicologica e sociale del paziente. Figure sempre più specializzate come caregiver o altri operatori sanitari svolgono un ruolo cruciale nel:
- favorire l’aderenza terapeutica,
- scegliere i dispositivi più idonei,
- e garantire la dignità e l’autonomia della persona assistita.
Sicuramente la gestione domiciliare può essere particolarmente costosa, soprattutto se si scelgono ausili di qualità, ma si tratta di garantire un trattamento corretto e migliorare sensibilmente la qualità di vita del paziente e della famiglia che lo circonda.