Glicemia e insulino-resistenza: cosa sapere per prevenire il diabete

Mantenere un buon equilibrio glicemico è essenziale per la salute metabolica. L’insulino-resistenza è spesso silenziosa e rappresenta un campanello d’allarme per lo sviluppo del diabete di tipo 2, una patologia in crescita a livello globale.

Cos'è la glicemia e perché è fondamentale monitorarla

La glicemia rappresenta la concentrazione di glucosio nel sangue ed è un parametro fondamentale per il metabolismo energetico dell’organismo.

I valori normali di glicemia a digiuno in un individuo sano si attestano generalmente tra 70 e 99 mg/dL (3,9-5,5 mmol/L).
Se la glicemia supera i 126 mg/dL (7,0 mmol/L) in due misurazioni separate, si può diagnosticare il diabete mellito, mentre valori compresi tra 100 e 125 mg/dL (5,6-6,9 mmol/L) indicano una condizione di pre-diabete.

Dopo un pasto, i livelli possono aumentare temporaneamente fino a circa 140 mg/dL senza indicare una patologia.
Il controllo della glicemia è cruciale per prevenire complicanze metaboliche, cardiovascolari e neurologiche, specialmente nei pazienti diabetici, che devono monitorarla regolarmente per evitare iperglicemia (eccesso di zucchero nel sangue) o ipoglicemia (valori inferiori a 70 mg/dL, che possono portare a sintomi come tremori, confusione, vertigini e perdita di coscienza).
Studi clinici mostrano che persino una piccola riduzione dell'1% dell'HbA1c (indice di controllo glicemico a lungo termine) può abbassare del 37% il rischio di complicanze microvascolari nei pazienti diabetici.

Secondo l'International Diabetes Federation (IDF), nel 2021 circa 537 milioni di adulti (20-79 anni) nel mondo erano affetti da diabete. Questa cifra potrebbe salire a 783 milioni entro il 2045 se non verranno adottate misure preventive.

Inoltre, anche la prevalenza del pre-diabete è in aumento e si stima che oltre 350 milioni di persone nel mondo siano in questa condizione, con un grave rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.

 

Insulino-resistenza: il precursore silente del diabete

L’insulino-resistenza è una condizione in cui le cellule del corpo riducono la loro sensibilità all'azione dell’insulina, l'ormone che regola l’assorbimento del glucosio.
Per compensare questa resistenza, il pancreas inizia a produrre sempre più insulina ma, col tempo, questo squilibrio può esaurire le cellule beta pancreatiche, aumentando il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 e altre complicanze metaboliche.

L'insulino-resistenza è spesso associata ad altre patologie come obesità (il 90% delle persone obese presenta qualche grado di insulino-resistenza), sindrome metabolica, ipertensione e dislipidemia, rappresentando un importante fattore di rischio cardiovascolare.

Si stima che oltre 1 miliardo di persone nel mondo siano affette da insulino-resistenza, spesso senza saperlo, ed è dimostrato che la riduzione del 5-10% del peso corporeo può migliorare significativamente la sensibilità all'insulina, riducendo il rischio di diabete di tipo 2 fino al 58%.

 

Fattori di rischio: chi è più esposto?

L'insulino-resistenza può colpire chiunque, ma alcuni fattori aumentano significativamente il rischio di svilupparla. Tra i principali troviamo:

  • Stile di vita sedentario: la mancanza di attività fisica riduce notevolmente la sensibilità all'insulina.
  • Dieta ricca di zuccheri e grassi saturi: favorisce l'accumulo di grasso viscerale.
  • Obesità.
  • Predisposizione genetica: storia familiare di diabete di tipo 2.
  • Età: la resistenza tende ad aumentare dopo i 40 anni.
  • Patologie femminili: come sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) e diabete gestazionale in gravidanza.
  • Alcuni farmaci: tra cui i corticosteroidi.

 

Sintomi e prevenzione

I sintomi iniziali possono essere subdoli e facilmente associabili ad altre patologie, ma i principali includono:

  • Affaticamento: sensazione di stanchezza persistente.
  • Aumento della sete e della minzione: segnali di iperglicemia.
  • Fame frequente e voglia di zuccheri: specialmente carboidrati semplici.
  • Visione offuscata: conseguenza di alti livelli di glucosio.
  • Difficoltà a perdere peso: anche con dieta ed esercizio, il metabolismo alterato rende più complesso il dimagrimento.
  • Macchie scure sulla pelle (acanthosis nigricans): ispessimenti cutanei di colore marrone, spesso localizzati su collo, ascelle e pieghe cutanee, sono un segno caratteristico.

Per quanto riguarda invece la prevenzione, esistono alcune linee guida raccomandate per abbassare il rischio di sviluppare l’insulino-resistenza.

  • L'attività fisica regolare è uno dei modi più efficaci: anche 150 minuti a settimana di esercizio moderato possono migliorare la risposta insulinica del 25-30%.
  • Alimentazione equilibrata: preferire alimenti con basso indice glicemico e insulinico. Studi hanno evidenziato che alcuni cibi, come i latticini, possono avere un alto indice insulinico nonostante un basso indice glicemico.
  • Monitoraggio della glicemia: controlli periodici permettono di individuare precocemente alterazioni glicemiche.
  • Regolarità del sonno: dormire almeno 7-8 ore per notte aiuta a bilanciare gli ormoni che regolano l’appetito e il metabolismo del glucosio.
  • Gestione dello stress: alti livelli di cortisolo possono favorire l’insulino-resistenza. Tecniche di rilassamento come meditazione, yoga o respirazione profonda possono aiutare a migliorare il metabolismo.

 

Monitoraggio e trattamento

Il monitoraggio dell’insulino-resistenza è essenziale per prevenirne la progressione verso il diabete di tipo 2 e altre complicanze metaboliche.

Come si monitora l’insulino-resistenza?

  • Glicemia a digiuno: valori superiori a 100 mg/dL possono indicare una ridotta tolleranza al glucosio.
  • Indice HOMA-IR: un test che valuta la sensibilità all'insulina basato su glicemia e insulinemia a digiuno. Un valore superiore a 2,5-3 è indicativo di insulino-resistenza.
  • Curva da carico di glucosio (OGTT): misura la risposta della glicemia dopo l'assunzione di glucosio. Valori tra 140-199 mg/dL dopo due ore indicano prediabete.
  • Emoglobina glicata (HbA1c): riflette la glicemia media negli ultimi 2-3 mesi. Valori tra 5,7% e 6,4% possono suggerire un’alterata regolazione del glucosio.
  • Esami lipidici e pressione arteriosa: livelli elevati di trigliceridi, colesterolo LDL e pressione alta sono spesso associati all'insulino-resistenza.

Trattamento dell’insulino-resistenza

Il trattamento si basa principalmente su modifiche dello stile di vita, che possono migliorare significativamente la sensibilità all'insulina.
Nei casi in cui le modifiche dello stile di vita non siano sufficienti, il medico può prescrivere farmaci come:

  • Metformina: migliora la sensibilità all'insulina e riduce la produzione epatica di glucosio.
  • Tiazolidinedioni (glitazoni): aumentano la captazione di glucosio da parte dei muscoli e del tessuto adiposo.
  • Integratori naturali: il magnesio, l'acido alfa-lipoico e l'inositolo possono supportare il metabolismo del glucosio.

La consapevolezza e la prevenzione restano le armi più efficaci per mantenere il benessere a lungo termine, evitando complicanze e migliorando la qualità della vita.