Dagli indumenti neri al camice bianco: simbolismo dell’abbigliamento medico

Quando pensiamo al medico, la prima immagine che ci viene in mente è spesso quella di una figura con il camice bianco. Eppure, questo simbolo non ha sempre rappresentato la professione medica.

Il medico in redingote nera: serietà e autorità

Il camice medico, così come lo conosciamo oggi, iniziò a diffondersi solo alla fine del XIX secolo: prima di allora i medici non indossavano alcuna uniforme riconoscibile.

In molti Paesi europei, per i medici era comune vestirsi in modo formale, spesso scegliendo abiti scuri ed eleganti come le redingote. Questa scelta era dettata dalla necessità di trasmettere fiducia ai pazienti, mostrandosi seri, dignitosi e rispettabili, tutti valori che spiegavano la professione austera e intellettuale del dottore. Il nero era il colore più utilizzato, simbolo di rigore, ma era anche utile per nascondere sporcizia e macchie in un’epoca dove lavare i vestiti non era all’ordine del giorno.

La rivoluzione del bianco: scienza, igiene e fiducia

Se fino a quel momento il concetto di igiene non era al centro delle cure mediche, con la scoperta dei germi e gli studi di Louis Pasteur e Joseph Lister la situazione mutò profondamente. La pulizia approfondita divenne la nuova priorità assoluta e, di conseguenza, l’abbigliamento medico si adattò riflettendo questo cambiamento.



Fu a quel punto che apparve per la prima volta il camice bianco. Il bianco era infatti considerato come un colore perfetto: simbolo di pulizia, purezza e sterilità. Tra i numerosi vantaggi c’era la possibilità di essere lavato e sterilizzato ad alte temperature senza rovinarsi, garantendo una durata del capo più lunga. Il camice bianco non era solo un segno di status sociale, doveva anche riflettere l’adesione ai principi scientifici e di impegno per la sicurezza del paziente.



Oltre il bianco: il ruolo dei colori oggi

Negli ultimi anni, pur rimanendo il simbolo più potente, il camice bianco è stato affiancato da altri tipi di abbigliamento. L’introduzione di divise colorate – spesso verdi, blu o bordeaux – ha significati ben precisi, soprattutto in contesti ospedalieri e in reparti come la chirurgia. Ad esempio, nelle sale operatorie i colori più utilizzati sono il verde e il blu, colori che aiutano a contrastare l’affaticamento della vista causato dal rosso del sangue, migliorando la concentrazione del personale sanitario.

In molti ambiti strutturati, i colori servono invece a distinguere i ruoli professionali, utile per poter identificare rapidamente i medici, gli infermieri o i tecnici. Oppure, nei reparti pediatrici, le divise colorate sono usate per creare un ambiente più accogliente e giocoso per i pazienti più piccoli.

Le nuove differenze nei materiali

Il camice in cotone continua ad esistere e ad essere scelto da migliaia di dottori. Si sono però aggiunte soluzioni più tecnologiche, magari dotate di tasche funzionali, design ergonomici e realizzate con materiali all’avanguardia.

Oggi, i camici e le casacche devono rispondere alle esigenze di comfort e praticità dei professionisti che trascorrono lunghe ore in piedi, con un punto d’attenzione per il design e l’aspetto estetico.

Tra i materiali high-tech possiamo trovare i tessuti antibatterici, arricchiti con argento o nanoparticelle di rame, in grado di ridurre il carico microbico fino al 99,9% rispetto ad un tessuto standard. Alcuni modelli, come il “Silver Shell Finish”, hanno rivestimenti in chitosano e cloruro d’argento, e garantiscono un’efficacia antibatterica totale anche fino a 75 lavaggi industriali.

Esistono anche indumenti con finiture idrorepellenti, utili per creare una barriera leggera e durevole contro fluidi corporei e disinfettanti aggressivi. Oppure è possibile trovare modelli totalmente traspiranti e ad asciugatura rapida, perfetti in caso di lunghi turni.